Instrumentum laboris

I CONTENUTI DEL DOCUMENTO SINTETIZZATI DAL QUOTIDIANO AVVENIRE

Un documento di 65 pagine divise in 7 capitoli, più alcune domande finali. Questo in l’Instrumentum laboris della 49ª Settimana Sociale ( Taranto, 21-24 ottobre 2021 sul tema: “Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro e futuro. #tuttoèconnesso”. Una scelta non casuale quella della sede (Taranto è la città dell’ex Ilva), dato che come si evince fin dal titolo l’evento punterà i riflettori sul rapporto tra ecologia ed economia, tra ambiente e lavoro, tra crisi ambientale e crisi sociale, nella consapevolezza che, come annota la Laudato si’ «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale».

L’Instrumentum laboris parte dallo sguardo contemplativo di San Francesco d’Assisi: la lode per il dono della creazione, che si traduce nel prendersi cura delle ferite dell’altro e della casa comune secondo lo stile del buon samaritano. Si passa poi ad esaminare l’ecologia integrale che da un lato unisce l’ecologia ambientale con quella sociale, con la cultura, con l’ecologia umana della vita quotidiana, dall’altro denuncia le ferite e gli abusi, per costruire il bene comune globale che abbraccia anche la casa comune, senza omettere il fondamentale approccio spirituale. Lo sguardo del documento si sposta poi sui «nodi da sciogliere»: i cambiamenti climatici, lo sfruttamento ambientale, la cultura dello scarto. È necessaria, viene sottolineato, una transizione ecologica che porti alla decarbonizzazione e all’adozione di un’economia circolare.

Solo così si potrà lavorare per una sanità pubblica e diffusa che sappia integrare l’aspetto sanitario con quello sociale. In sostanza, ricorda il testo, «non c’è bene comune senza inclusione, giustizia sociale e lotta alla disuguaglianza. Occorre creare valore economico e lavoro facendo attenzione a non aumentare, anzi contribuendo a ridurre, i rischi ambientali e di salute (la vicenda di Taranto è tristemente emblematica). Cambiare è possibile e i cristiani sono chiamati ad alimentare la speranza. Una ricognizione delle “buone pratiche” – sul fronte imprenditoriale, amministrativo e familiare – già esistenti nel nostro Paese alimenta questa speranza.

Cfr. Avvenire edizione del 20 novembre 2020 pag. 6